Il corpo come una reliquia è abbandonato nella nudità di uno spazio. Gli unici atti possibili sono verso se stessi, nell’attesa e nel bisogno di ritrovare la sacralità di una profonda natura. E’ una prima esposizione percettiva. Ne deriva una seconda dove si è mossi da furori interni, animalità sonore, voci esterne. Si è spinti quasi al limite, per ricontattare l’epicità delle proprie forze e la gravità spirituale di un senso ulteriore. L’inquietudine del lavoro si misura nel desiderio e mistero di poter avvertire un indicibile corporeo, un invisibile poetico, qualcosa come un’ombra che sembra costantemente scivolarci accanto densa e silenziosa. L’atto del guardare è l’atto del guardarsi, di portarsi al confine dei sensi e delle visioni e registrarne gli odori.

dai libri Esitazioni e Tenebre del poeta e attore Marcello Sambati

voce e materiali sonori Marcello Sambati

luce Gianni Staropoli

performance Alessandra Cristiani

Fotografia Daniele Vita

Ambientazione fotografica Elena Rosa

produzione PinDoc

in collaborazione con Lios
con il sostegno di Armunia /Festival Inequilibrio, Officina Dinamo. fucina creativa

con il contributo di La società dello spettacolo

con il sostegno del  MIBAC, Regione Siciliana

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