Japanese Ghost-La memoria e le tecniche. L’eredità di Masaki Iwana

Giugno 17, 2021

a cura di Alessandra Cristiani, Maddalena Gana, Samantha Marenzi, Stefano Taiuti

16-17-18 luglio 2021
nell’ambito del progetto Alfabeto performativo
www.alfabetoperformativo.it info@alfabetoperformativo.it
La Lupa – Via della Lupa 10, Tuscania (Viterbo)

 

Masaki Iwana è stato un maestro. È stato un danzatore butō, un performer, un regista cinematografico che ha dedicato tutta la sua ricerca al corpo e alla danza. Come molti danzatori giapponesi di seconda generazione, ha creato il suo Butō, che ha chiamato Butō Bianco, ma contrariamente a molti di loro ha messo a punto un metodo non per trasmetterlo, ma per preparare gli allievi alla ricerca di una loro via alla danza. In questo senso, più ancora che per il grande patrimonio che ha trasmesso a performer di tutto il mondo che lo hanno seguito, Masaki Iwana è stato un maestro.

La scomparsa di un maestro chiama a un cambiamento dello sguardo e a una assunzione di responsabilità. Come danzatori solisti, e come gruppo Lios, abbiamo seguito Masaki Iwana per circa venti anni. Abbiamo studiato con lui, e studiato lui. Ci siamo fatti intermediari e organizzatori, traduttori e traditori del suo magistero. Abbiamo praticato il suo metodo fino a intercettare le nostre strade che ci hanno portato lontano da lui. Oggi torniamo alle sue tecniche, e contribuiamo alla costruzione della sua memoria, fronteggiando, ancora una volta, il nostro fantasma giapponese.

Japanese Ghost è un omaggio a Masaki Iwana, scomparso nel novembre 2020. Si articola in: una mostra di fotografie di scena scattate su pellicola in bianco e nero alla metà degli anni Novanta da Emilio D’Itri e stampate in camera oscura da Samantha Marenzi; un breve seminario teorico sul danzatore scomparso; due performance site-specific che propongono alcuni suoi esercizi di danza (Maddalena Gana e Samantha Marenzi); due assoli dei danzatori che più a lungo e più da vicino hanno praticato il suo metodo, Stefano Taiuti e Alessandra Cristiani. Entrambi impegnati in progetti pedagogici sulla ricerca del Butō e della danza, Taiuti e Cristiani terranno un workshop di tre giorni sul metodo di Masaki Iwana.

Una parte dei proventi dell’iniziativa contribuirà alla creazione dell’archivio previsto alla Maison du Butoh Blanc, il luogo di ricerca fondato da Iwana in Normandia, ad opera della danzatrice Moeno Wakamatsu, sua moglie.

PROGRAMMA

Venerdì 16 luglio

h 14:00-18:00 – Workshop. Conducono Alessandra Cristiani e Stefano Taiuti

h 19:00-20:30 – Inaugurazione mostra Un demone in muscoli e ossa, fotografie di Emilio D’Itri,   stampe analogiche di Samantha Marenzi

h 19:30-20:30 – L’intensità del nulla. Il percorso artistico di Masaki Iwana, talk e proiezioni a   cura di Samantha Marenzi

h 20:30 Withering. Performance site specific di Maddalena Gana su un esercizio di Masaki   Iwana

Corpo d’acqua. Assolo di Stefano Taiuti

Sabato 17 luglio

h 10:00-17:00 – Workshop. Conduce Stefano Taiuti

h 20:30 A prostitute named Ruin, A japanese ghost, Raimbow. Performance site-specific  di Samantha Marenzi su esercizi di Masaki Iwana

My name is. Assolo di Alessandra Cristiani

Domenica 18 luglio

h 10:00-17:00 – Workshop. Conduce Alessandra Cristiani

L’ingresso alle performance richiede un contributo di 10 euro. La prenotazione è obbligatoria. Gli eventi si svolgeranno in osservanza delle eventuali norme di contenimento della pandemia.

WORKSHOP

Stefano Taiuti, Alessandra Cristiani

Ricercare la danza attraverso il Butō Blanc del danzatore Masaki Iwana. Nel ripercorrere la sua poetica focalizzare una strategia d’azione e di sensibilità che possano aprirci alla natura fenomenica del corpo e all’esperienza della sua portata materiale e spirituale.

Introduzione agli insegnamenti di Masaki Iwana

Training: principi del movimento, organicità del corpo

Body states: esercizi di danza definiti, composizione

Dance images: l’immagine di danza come sorgente creativa

Coordinate pratiche:

16 luglio h 14:00/18:00

17 luglio h 10:00/17:00 (pausa pranzo h 13:00/14:00)

18 luglio h 10:00/17:00 (pausa pranzo h 13:00/14:00)

Costo: 230 euro comprensivi del pranzo e dell’ingresso alle performance. Sono richiesti 50 euro di anticipo non rimborsabili al momento dell’iscrizione. Il numero massimo di partecipanti è 10. In caso di allievi stranieri il workshop verrà tradotto simultaneamente in inglese.

È possibile pernottare in una camera doppia o tripla con bagno al prezzo di 25 euro a notte a persona. Per la cena, è disponibile un menù fisso a 15 euro presso una trattoria del centro storico. Stanze e ristorante si trovano a pochi passi dal luogo del laboratorio.

Per informazioni e iscrizioni: info@alfabetoperformativo.it

Alessandra Cristiani (Roma 1970)

Danzatrice e performer, il movente del suo percorso artistico e umano è la possibilità di indagare e percepire la natura sottile del fenomeno corpo. Lavora come solista e nella compagnia Habillé d’eau con la quale riceve il Premio Ubu 2018 per lo spettacolo di danza Euforia. Nomination Premio Ubu 2018 come miglior attrice o performer per gli spettacoli Clorofilla e Euforia. Incontra il Butō Blanc nel 1996, dopo una intensa formazione nel Teatro fisico. Si laurea con la tesi sperimentale Masaki Iwana e la tradizione del Butō Bianco. The intensity of

nothingness: una metodologia della danza. Nel 2015 è in Giappone come prima allieva ospite al centro di danza Tenshikan del danzatore Akira Kasai. Del 2009 il Progetto Eliogabalo, residenza coreografica con il danzatore Akira Kasai sostenuto dal Paji Europe Japan Foundation. Studia inoltre con Yoko Muronoi, Akaji Maro, Tadashi Endo, Ko Murobushi, Hisako Horikawa, Toru Iwashita, Daisuke Yoshimoto, Atsushi Takenouchi, Kohshou Nanami, Yuko Kaseki, Yumiko Yoshioka.

Ottiene docenze a contratto all’università Roma Tre per il triennio 2016-2020 esplorando le tecniche creative dell’Ankoku Butō e l’Euritmia steineriana.

Nel biennio 2011-2013 è coreografa in residenza presso l’Accademia Filarmonica di Roma. Con il progetto La fisica dell’anima. Francesca Stern Woodman vince il sostegno Scenari Indipendenti 2008. Crea e dirige con la compagnia Lios la Rassegna internazionale di danza butō Trasform’azioni (2001-2011). Premio Excelsoir come migliore attrice per il corto La foto, regia Sara Masi, 1997.

www.alessandracristiani.com

Maddalena Gana (Roma 1977)

Laureata in Lettere e filosofia.

Vive e lavora a Roma come insegnante di yoga e danzatrice.

Dal 1994 studia in Italia e in Francia con alcuni dei maestri più noti del metodo Iyengar Yoga e nel 2007 consegue il diploma di insegnante livello Introductory II. Dal 2008 conosce e segue la maestra Diane Long attraverso l’esperienza del suo intuitive yoga, secondo la traiettoria dell’insegnamento di Vanda Scaravelli. Incontra e approfondisce la danza butō con Masaki Iwana, Yoko Muronoi, Akira Kasai, Ko Murobushi, Tadashi Endo, Hisako Horikawa, Daisuke Yoshimoto, Nanami Kohshou, Silvia Rampelli.

È cofondatrice della compagnia di danza butō LIOS, con cui dal 2001 organizza le undici edizioni del festival in ternazionale di danza butō “Trasform’azioni” in collaborazione con il Teatro Furio Camillo (sulla rassegna è stato pubblicato: “Trasform’azioni. Fotografia di un’esprienza”, Editoria & Spettacolo).

Nel 2004 con il performer Giordano Giorgi crea la compagnia di teatro e danza GIANO, che negli anni realizza spettacoli e performance in Italia e all’estero.

Nel 2007 nasce Adama, formazione di tre danzatrici (Alessandra Cristiani, Maddalena Gana, Samantha Marenzi). Del 2009-2010 il PROGETTO ELIOGABALO, che vede la regia del danzatore butō Akira Kasai per la compagnia LIOS e la compagnia NON COMPANY, con il supporto del Performing Arts JAPAN program della Japan Foun dation.

Negli anni approfondisce il rapporto tra corpo e suono, in particolare in duo con il contrabbassista Roberto Bella talla e collabora con compagnie di teatro e danza e con diversi registi.

Samantha Marenzi (Roma 1975)

Studiosa, performer, fotografa, docente. È ricercatrice senior in Discipline dello spettacolo presso il Dams dell’Università Roma Tre, dove insegna e anima progetti sulle relazioni tra teorie e pratiche della scena e tra arti visive e performative. Si è occupata di Antonin Artaud e dei processi di trasmissione tra corpo e scrittura, di Gordon Craig e del legame tra danza, immagini e visioni del teatro, della cultura dell’attore e del danzatore nel Novecento, di Butō, della fotografia di danza. Su quest’ultimo tema, fulcro delle sue ricerche sia scentifiche che artistiche, coordina un gruppo in collaborazione tra Dams e Officine Fotografiche.

Fotografa specializzata in stampa manuale in bianco e nero, realizza e cura mostre e insegna camera oscura, stampa analogica, tecniche antiche di stampa e fotografia di scena. Tiene corsi e seminari sulla storia della fotografia del Novecento e dirige gruppi di studio sul corpo nell’immagine.

Membro fondatore della compagnia Lios, si forma come danzatrice, tra gli altri, con Masaki Iwana e Akira Kasai. Con quest’ultimo partecipa a progetti coreografici e residenze creative in Italia e in Giappone. Con Lios organizza il festival internazionale di Butō Trasform’azioni e nel 2011 ne festeggia il decennale con la curatela di un volume che inaugura una lunga serie di pubblicazioni sul teatro e sulla danza.

Dal 2018 collabora, insieme ad Alessandra Cristiani, all’organizzazione delle giornate sul Butō nel festival Testimonianze ricerca azioni del Teatro Akropolis.

Fa parte della redazione di «Teatro e Storia», dove partecipa ai vari dossier di ricerca collettiva ospitati e stimolati dalla prestigiosa rivista di studi.

Stefano Taiuti (Roma 1967)

Artista indipendente nel campo della danza di ricerca e del teatro fisico.

Dopo una formazione come mimo espressivo con la tecinca di Adam Darius e ripetuti stages con Lyndsay Kemp, Hal Yamanouchi e Marcel Marceau, nel 1994 intraprende una profonda ricerca nell’ambito della danza Butō giapponese, studiando con rinomati maestri internazionali come Masaki Iwana, Akira Kasai, Ko Morobushi, Min Tanaka, Yoko Murunoi.

A partire dal 2010 insegna butō con il propio metodo che chiama “il meccanismo spirituale”. Ricercatore e performer fonda a Roma nel 2000 il collettivo di danza butoh LIOS che organizza il festival internazionale di Butō “Trasform’Azioni” dal 2000 al 2011.

Con il propio progetto coreografico “Zeitgeist” tra il 2003 e il 2012 presenta i il suo lavoro di ricerca teatrale partecipando a festival e manifestazioni in italia e all’estero.

Dopo un periodo ad Amsterdam ricco di collaborazioni, risiede attualmete a Berlino dove è attivo come insegnante e performer nella scena techno e queer presentando le sue performance e installazioni corporee in festival, clubs e gallerie d’arte contemporanea.

La Lupa – Fotografia di Alberto Canu

La Lupa è uno spazio situato nel centro storico di Tuscania, in provincia di Viterbo. Fondato circa venti anni fa dal poeta e uomo di teatro Marcello Sambati, è un luogo poetico oltre che fisico e oggi ospita il progetto di rifondazione dei linguaggi della scena Alfabeto Performativo. È raggiungibile in auto da Roma: tramite la Cassia Veientana direzione Viterbo, dopo Vetralla statale per Tuscania. Oppure tramite l’autostrada per Civitavecchia, uscita Tarquinia e poi strada statale per Tuscania. Da Torino-Genova: autostrada fino a Rosignano, Via Aurelia fino a Montalto di Castro e poi strada statale per Tuscania. Da Milano e altre città: l’uscita di autostrada più vicina è Orte. Un grande parcheggio gratuito permette di lasciare l’automobile fuori le mura.

In treno le stazioni più vicine sono Civitavecchia, Tarquinia, Viterbo. Gli organizzatori garantiscono passaggi da e verso queste destinazioni nei soli giorni di arrivo e partenza.

In aereo l’aeroporto più vicino è Roma Fiumicino, da cui è possibile organizzare passaggi in auto all’arrivo e alla partenza.

Al di là delle soluzioni proposte dagli organizzatori, per chi volesse organizzarsi autonomamente a Tuscania è possibile pernottare in Bed and Breakfast all’interno del centro storico per una fascia di prezzo che va dai 35 ai 65 euro. Nei dintorni, per chi si muove in auto, c’è ampia disponibilità di alloggi in Agriturismo. Cenare a Tuscania è possibile con fasce di prezzo che vanno dai 20 ai 50 euro a persona con scelta di pizza, cucina tipica, cucina tradizionale. La zona commerciale e i supermercati situati fuori le mura sono raggiungibili a piedi in circa 5/10 minuti di cammino. Agli iscritti al workshop verranno fornite tutte le istruzioni utili.

 

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